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Finalità

L’azione della Centrale unica di committenza è volta ad aggregare e standardizzare le domande d’interesse generale, monitorare i consumi di beni e servizi, assicurare la trasparenza del mercato degli appalti pubblici di servizi e forniture, stimolare l’ordinato sviluppo delle capacità concorrenziali, adeguare gli standard di qualità agli effettivi fabbisogni e semplificare i processi di acquisto, perseguendo altresì il miglioramento dell’efficienza delle attività delle Pubbliche Amministrazioni e il potenziamento delle loro capacità operative, nonché l’economicità di gestione.

E’ possibile enucleare, all’interno dell’articolata enunciazione di legge, delle molte finalità che la Centrale unica di committenza deve perseguire attraverso la sua azione, tre filoni principali:

“assicurare la trasparenza del mercato degli appalti pubblici di servizi e forniture, stimolare l’ordinato sviluppo delle capacità concorrenziali”: il perseguimento di queste finalità consente di assicurare il rispetto di alcuni essenziali principi di derivazione comunitaria, e di garantire, pertanto, in prospettiva, una regia qualificata per una coerente e uniforme applicazione della normativa comunitaria negli appalti di servizi e forniture in tutto il territorio regionale, a supporto anche del delicato settore nel quale opera chi utilizza Fondi strutturali;

“aggregare e standardizzare le domande di interesse generale, monitorare i consumi di beni e servizi,… adeguare gli standard di qualità agli effettivi fabbisogni … perseguendo l’economicità di gestione”: il perseguimento di queste finalità si colloca perfettamente nel filone delle azioni di spending review, che i provvedimenti normativi statali succedutisi negli anni hanno imposto a tutte le Amministrazioni Pubbliche.  L’istituzione della Centrale unica di committenza è essa stessa, per definizione, una misura di spending review, per conseguire risultati concreti in termini di risparmio effettivo sulle spese per l’approvvigionamento di beni e servizi, in virtù dell’aggregazione della domanda e della razionalizzazione dei fabbisogni;

“semplificare i processi di acquisto, perseguendo altresì il miglioramento dell’efficienza delle attività delle pubbliche amministrazioni e il potenziamento delle loro capacità operative”: il perseguimento di queste finalità si colloca infine nel filone del miglioramento dell’azione amministrativa. Se da un lato l’aggregazione della domanda costituisce una delle soluzioni proposte dal legislatore nazionale per ottenere risparmi nella gestione del procurement pubblico, essendo diffusamente associata al risparmio diretto dei costi per l’acquisizione del bene o la fornitura del servizio, dall’altro gli studi di settore indicano che il risparmio si consegue indirettamente anche grazie all’economia procedimentale. La scelta organizzativa fatta dalla Regione, di istituire un Servizio dove concentrare le competenze, sposa questo concetto perché, a fronte di un’alta complessità della disciplina degli appalti, si propone di offrire una struttura altamente specializzata da dimensionare, in termini di numero e di composizione, proporzionalmente allo svolgimento di un ampio range di funzioni, sia legate direttamente alla fase di gestione delle gare che agli altri numerosi compiti collaterali, nonché da formare in maniera fortemente mirata.